L’antropologia dei social media

Internet è un’esperienza che ci coinvolge in prima persona, ci permette di relazionarci con gli altri, di immergerci in un “oltre” che comprende informazioni, apprendimento ma anche intrattenimento. È parte di noi, parte della nostra cultura. Ma quale cultura? Nel momento stesso in cui parliamo di cultura è necessario analizzare internet, e quindi i social media, in un contesto più ampio, non più quindi una singola cultura ma culture: ogni essere umano che usa internet lo adatta e lo manipola a seconda delle sue esigenze, rispettando le proprie culture, valori, e le proprie aspettative. Pur adattandosi alle forme di linguaggio richieste per utilizzare il media scelto, scritto, infografico, video, vocale, l’essere umano sceglie di usare una piattaforma a discapito di altre, e la usa in maniera ottimale per i suoi obiettivi. Un recente studio di Miller (Miller et.al., 2018) sottolinea che non è il mondo a cambiare per effetto dei social media ma sono i social media a venire modificati dalle esigenze locali. Se utilizziamo i social media in maniera diversa, con obiettivi e motivazioni differenti legati a variabili molto complesse, dai riti di socializzazione, alle esigenze di apprendimento, alle diaspore, per citarne solo alcuni, è evidente che siamo di fronte a un fenomeno di vasta complessità che richiede uno studio ampio e analitico, è necessario superare il concetto di influenza dei media verso le persone, che sicuramente è presente anche nel campo dei social media, ma che rischia di diventare unico argomento di dibattito.


Le nuove tecnologie hanno il potere di influenzare il cambiamento sociale, ma la direzione del cambiamento dipende da scelte individuali e decisioni politiche che si esercitano su molteplici, complessi livelli di interconnessione che non sono mai riconducibili ad un singolo piano interpretativo (Biscaldi, Matera, 2018,pp.25).


Cercare di andare oltre il giudizio negativo rivolto alle conseguenze dell’utilizzo dei social media, per valutare in maniera più oggettiva come vengono usati, in quali contesti e con che motivazioni, ci può aiutare a comprendere maggiormente il “mondo social” degli adolescenti di questa era: apparentemente così lontani dagli adulti, e spesso vittime di feroci attacchi per la perdita di tempo online. Se da un lato l’utilizzo globale dei social media ha suscitato panico per il pericolo di omologazione, dall’altro è evidente che l’essere umano ha trasportato la sua diversità anche online. Un uso diverso dei social, diverso sia tra culture ma anche tra generazioni, che ne evidenzia l’estrema complessità ed eterogenizzazione globale.

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